Il Sufismo è una ricerca religiosa, spirituale, mistica e ascetica dell’Islam. La preghiera e la meditazione si esprimono anche attraverso canti e danze cerimoniali il cui scopo è l’interiorizzazione dell’amore di Dio, la contemplazione e la saggezza.
La Tariqa Rifai è giunta nei Balcani dalla Turchia verso il 1850 e, sopravvissuta a tutti gli eventi storico politici, compresa la barbarie della dittatura di Enver Hoxa, ha trovato ora nuovo vigore e libertà di espressione nell’Albania del Terzo Millennio.
In collaborazione con la Tariqa RIFAI di Tirana e l’Associazione Culturale Syri Blu di Tirana
Tratto da “La Divina Commedia Opera Musical”, da oltre dieci anni nei maggiori teatri italiani, Dante in Musica è uno spettacolo concerto che propone il viaggio del Sommo Poeta nei regni dell’oltremondo in un intreccio di voci, musica, danza e video art. Musiche originali di Marco Frisina, regia di Andrea Ortis, light-design di Virginio Levrio, lo spettacolo ha vinto nel 2020 il prestigioso Premio Persefone, come miglior musical italiano. Il viaggio di Dante ha la sua acme nell’incontro con Beatrice che lo conduce al Paradiso, figura femminile dominante all’interno della Commedia che conferisce un elemento di sacralità a questo spettacolo di chiusura della 30ma edizione del Festival di Musica Sacra. In scena 9 cantanti/attori e 8 ballerini, con i cori Città di Pordenone, Primo Vere, Spengenberg, Seminario Vescovile, diretti da Marco Frisina.
Riservato alle scuole: lunedì 20 dicembre ore 10.00
CECILIA BERNINI mezzosoprano FRANCESCO LOVATO viola MASSIMILIANO RASCHIETTI, organo COENOBIUM VOCALE MARIA DAL BIANCO direttore Musiche di Zanettovich, Fracchetti, Schmidhammer
Questo progetto ha il suo cardine nella significativa opera del decano dei compositori friulani contemporanei, Daniele Zanettovich, con il suo Stabat Mater per coro virile, mezzosoprano solista, viola concertante e organo. Completeranno il programma due opere in prima assoluta di due giovani compositore, Antonio Maria Fracchetti e Mathias Johannes Schmiedhammer, commissionati dai Festival di Musica Sacra di Trento e Bolzano, e di Pordenone, sul testo dell’Invocazione alla Vergine dal Paradiso di Dante. Il concerto sarà inserito nella 50° edizione del Festival trentino, con esecuzioni a Trento e Bolzano, oltre che a Pordenone.
In collaborazione con Festival di Musica Sacra di Trentoe Bolzano
FVG Orchestra SONIA PRINA contralto NIR KABARETTI direttore Musiche di Carrara, Bach, Mendelssohn
In prima esecuzione assoluta quattro canti del compositore pordenonese Cristian Carrara, per voce e orchestra su testi tratti dal libro di Isaia. Ogni canto è scritto in una lingua diversa: Italiano, Ebraico, Inglese, Latino. È un lavoro che racconta di un amore universale tra i popoli, tra le nazioni, tra le persone. La voce, il mezzosoprano, voce di Isaia, dialoga con il mondo, l’orchestra. “Fiore nel deserto” è anche metafora della speranza, della possibilità che abbiamo tutti noi, di aspettare, con pazienza, del fiore più tardivo. È il sorriso di chi ha aspettato tanto e, finalmente, ha visto i fiori sbocciare. Completano il programma una Cantata di Bach e la Sinfonia di Mendelssohn “La Riforma”.
Sette meditazioni musicali di Carlo Galante, le quattro antifone mariane e il canto XXXIII del Paradiso di Dante LIVIA RADO soprano, ELENA BUCCI voce recitante, ROSSANA CALVI oboe Ensemble Vocale Harmonia Cordis
La Vergine Maria, madre di Gesù, rappresenta la “permanenza” del femminile nel nostro percepire la divinità. E dietro la figura della Madonna, già ricchissima in significati e iconografia, si cela segretamente un ricchissimo e remoto patheon di antiche divinità, portatrici di una sapienza arcana e misteriosa. Questa l’idea ispiratrice delle meditazioni di Galante, che si intrecciano con le antifone mariane (citandole) e con la dantesca Preghiera di San Bernardo: l’occasione per accostare il misticismo evocativo delle melodie gregoriane al penetrante linguaggio di un compositore laico ma affascinato dal “sacro”, intersecati nei versi della più alta spiritualità del cammino dantesco verso il Paradiso.
Musiche di Palestrina, Rachmaninov, Desprez, Leighton, Gesualdo, Kodaly, Strmole
Il sestetto vocale sloveno, pluripremiato e attivo a livello internazionale, offre una silloge di brani dedicati o ispirati alla Vergine Maria composta di quattro parti che corrispondono alle quattro stagioni dell’anno liturgico: Avvento, Natale, Quaresima e Tempo Ordinario. Un percorso musicale che parte dal Rinascimento per giungere al Novecento e ai giorni nostri per una meditazione sulla figura di Maria nei suoi molteplici aspetti: da quello più umano di ragazza in attesa di partorire il Figlio di Dio a quello più divino di Madre e Regina di tutti i credenti.
SCALATA AL CIELO IN CINQUE MOVIMENTI opera da camera per soprano, attrice, danzatrice, coro e strumenti Musica di Mauro Montalbetti Libretto e regia di Barbara Roganti Roberta Mameli soprano, Matilde Vigna attrice, AltreVoci Ensemble, Coro 1685 dell’ISSM “Verdi” di Ravenna Direttore Antonio Greco
Da figlia di un’attrice e di un custode dell’ippodromo di Costantinopoli a Imperatrice al fianco di Giustiniano, santa per la Chiesa Ortodossa ed eterna nei mosaici della Basilica di San Vitale a Ravenna:la storia di Teodora è cosi contraddittoria, per non dire mostruosa, che fino ai nostri giorni non si è riusciti a far chiarezza né sulla sua persona né sulla sua vita. Ideata per la Basilica ravennate di San Vitale, l’opera da camera di Montalbetti si addentra nel labirinto dell’esistenza dell’Imperatrice bizantina, là dove verità e calunnia coesistono, dove il corpo femminile convive con l’icona della santità. La musica, che guarda alla vocalità antica e al madrigale monteverdiano, nasce dal testo, profondamente musicale, di Barbara Roganti, peculiare nella scelta di parole quanto più sonore possibili.
Commissione Ravenna Festival 2021 in coproduzione col XXX Festival Internazionale di Musica Sacra di Pordenone
NOVA ARS CANTANDI Direttore Giovanni Acciai Musiche di Legrenzi
Le Compietecon le Litanie e le antifone della Beata Vergine di Giovanni Legrenzi (1626-1690) vengono proposte per la prima volta in epoca contemporanea da uno degli ensemble di musica antica più accreditati a livello mondiale. Recentemente pubblicate in un CD Naxos, seguono con fedeltà lo schema delle preghiere prescritte dall’ultima ora dell’Ufficio divino, compendiando in un’unica silloge le due versioni previste dagli ordini monastici e secolari. Una proposta di altissimo livello filologico oltre che di raro fascino musicale.
Elena Ledda, cantante in lingua sarda per vocazione, impegnata politicamente a difendere la lingua e la cultura della sua terra (è stata assessore al Comune di Quartu), è di gran lunga la più nota voce della Sardegna all’estero. Nel suo progetto discografico “Cantendi a Deus” dedicato interamente al canto sacro, ha raccolto il lavoro di una lunga ricerca che ha evidenziato come in Sardegna i canti sacri mantengano ancora intatta la loro capacità comunicativa insieme alla loro funzione sociale. Ha attinto alla pura tradizione, composto brani originali e, con lo stesso rispetto, rivisto e recuperato, senza snaturarne l’essenza, qualche canto la cui esecuzione si era persa nel tempo. I canti devozionali sardi sono in grande maggioranza dedicati al culto mariano, spesso di derivazione gregoriana, catalana, dall’antico al moderno.
Questo concerto è stato ispirato da un progetto europeo che nel 2015 ha messo in rete alcuni festival internazionali (Mittelfest per l’Italia) dal tema Passion and Belief. Su un tema di Liszt (Vexilla Regis) erano stati invitati alcuni giovani compositori a produrre un brano per quartetto di violoncelli. Per il concerto che chiude il nostro Festival abbiamo scelto, tra quelli, i brani del compositore turco di fede cattolica Arda Ardaşes Agoşyan e del compositore friulano Alessio Domini, per la loro particolare originalità e forza comunicativa. Il programma comprende un suggestivo contrappunto temporale tra queste composizioni nuove e quattro trascrizioni tratte da L’Arte della Fuga di Johann Sebastian Bach, vertice assoluto della polifonia contrappuntistica, capolavoro della maturità del grande Maestro, rimasto incompiuto. Completano il programma una trascrizione di Fratres, brano celeberrimo del compositore estone Arvo Pärt e una preghiera di grande intensità poetica di Luigi Forino, oggi sconosciuto, che fu valente violoncellista, direttore del Conservatorio di Buenos Aires, e infine docente all’Accademia di Santa Cecilia a Roma.